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giovedì 27 giugno 2013

Semplificazione o speculazione?


Rete dei Comitati per la Qualità Urbanistica

27 giugno 2013

Appello ai parlamentari interessati alla tutela del territorio

Nella recente lettera inviata a membri del Governo ed ai parlamentari sul tema “Norme in materia di semplificazione edilizia”, abbiamo messo in evidenza il gravissimo rischio che incombe sul nostro Paese a seguito di una norma del recente decreto governativo “del Fare” (art. 30),  che punta al rilancio dell’edilizia rimuovendo vincoli di natura urbanistica posti a tutela del bene comune.
Non è la prima volta che in Italia si ricorre a questa modalità che già in passato è stata causa di una significativa alterazione dell’equilibrio urbanistico  delle nostre città e di forte disagio nella popolazione, senza arrecare significativi benefici al settore edilizio nel suo insieme, favorendo però iniziative di tipo speculativo.
Il decreto estende all’intero territorio nazionale una norma che esisteva nella Regione Lombardia (  e che consentiva di non rispettare la sagoma degli edifici preesistenti in caso di demolizione e ricostruzione),  dove ha prodotto gravissimi danni al territorio e ai residenti e che è stata abolita in tale ambito dalla Corte Costituzionale.
Dato che il decreto è passato ai due rami del Parlamento per la conversione in legge  e che ciò comporterà  le opportune valutazioni in sede di commissioni referenti e poi in sessione plenaria, ci rivolgiamo ai membri del parlamento che ritengono necessario salvaguardare un corretto contesto urbanistico, affinchè votino a favore dell’eliminazione dal decreto della norma citata.
Siamo certi che i cittadini sapranno apprezzare le forze politiche capaci di perseguire lo sviluppo economico con modalità rispettose della civile convivenza  e della qualità del tessuto abitativo. 
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da: LA STAMPA

Economia
15/06/2013 - la crisi - le semplificazioni
Pratiche veloci per rilanciare l’edilizia
Chi ristruttura non dovrà più rispettare la sagoma dell’edificio. Serviranno meno autorizzazioni
francesco grignetti
roma
Potrebbe essere definita la «disfida della sagoma». Nei conciliaboli che hanno portato alla definizione del decreto-legge di stamani, un capitolo ha fatto drizzare le antenne del ministero dei Beni culturali e ambientali e ha fatto litigare gli esperti legislativi fino all’ultimo: all’articolo 37 del decreto, infatti, quantomeno nella bozza in discussione ieri sera, c’è una norma apparentemente inoffensiva, ma virtualmente distruttiva.  
Laddove si stabiliva, infatti, che nelle operazioni di demolizione e ricostruzione degli edifici non sarebbe stato più necessario rispettare la vecchia sagoma dell’edificio distrutto purché ci si attenesse alla vecchia volumetria.  
Questioni da geometri, potrebbe pensare qualcuno. Ma la formulazione del decreto, ispirata a una semplificazione spinta, non è piaciuta assolutamente a chi istituzionalmente deve difendere il paesaggio. Tanto più che le operazioni di demolizione/ricostruzione si associavano a un nuovo automatismo nelle autorizzazioni: ciò che oggi è catalogato come «interventi di ristrutturazione edilizia pesante», e quindi soggetta a permesso di costruire da parte dei Comuni, era derubricata a «ristrutturazione edilizia semplice», soggetta alla banale presentazione di una Scia edilizia. In pratica, l’abbattimento e ricostruzione, per di più senza rispettare la sagoma preesistente, si sarebbe fatto con una banale comunicazione di inizio lavori.  
Il pericolo sempre in agguato è l’abusivismo edilizio. Qualcuno ha visto concretizzarsi un altro incubo: l’abbattimento massiccio delle antiche casette basse per edificare nuove villette a più piani.  
Quanto questa piccola norma potesse essere dirompente, lo raccontava l’entusiasmo con cui era stata accolta dagli architetti. Non stavano più nella pelle. La sagoma è considerata una forte limitazione. E quindi il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori esultava alla novità in arrivo: «Queste limitazioni di fatto impediscono nelle ristrutturazioni non solo la sostituzione edilizia, ma molto spesso anche la realizzazione di una serie di interventi finalizzati all’abbattimento dei consumi energetici".

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